«Siamo una scuola ad alto rendimento anche senza voti».

JK*: «Ci sono molti modi per valutare il rendimento di un bambino. Non è sempre necessario basarsi su una valutazione finale dell'apprendimento. Al contrario, documentiamo il percorso di apprendimento e analizziamo passo dopo passo ciò che il bambino sa già fare o deve ancora esercitare. Tra le altre cose, utilizziamo griglie di criteri che spiegano gli obiettivi di apprendimento di un argomento e su cui noi insegnanti registriamo regolarmente il punto in cui si trova il bambino».

Daniela Muff: «Le brevi discussioni individuali e il feedback scritto sono un elemento centrale della nostra cultura del feedback e uno strumento di valutazione. Esistono anche valutazioni dell'apprendimento, ma non sono l'unica ragione per una valutazione. Può anche essere un dialogo di apprendimento: un bambino ci fa sapere quando è pronto a dimostrare un obiettivo di apprendimento. L'insegnante allora programma 10-15 minuti per loro».

I bambini continuano a confrontarsi, ma non si incasellano più così rapidamente come prima.

Daniela Muff, insegnante di classe

JK: «Cerchiamo di incorporare il maggior numero possibile di forme diverse di documentazione o valutazione dell'apprendimento: lavoro scritto, orale, di gruppo o di progetto. In questo modo, c'è qualcosa di adatto a ogni bambino. Per alcuni contenuti ci prendiamo più tempo e i bambini a volte vengono da noi individualmente per mostrare i loro progressi di apprendimento, mentre per altri usiamo metodi meno elaborati».

Muff: «I bambini apprezzano molto i dialoghi di apprendimento. Passiamo 10 o 15 minuti a discutere di questioni attuali: come sto andando, in cosa sono particolarmente bravo, dove devo ancora esercitarmi? In questo modo, il bambino sviluppa un quadro sempre più differenziato dei propri punti di forza e di debolezza».

JK: «Il lavoro con le griglie dei criteri contribuisce certamente a questo. I bambini usano le griglie anche per giudicarsi a vicenda, per esempio quando leggono ad alta voce».

I bambini sono più motivati ad apprendere senza voti

Muff: «Non significa solo: leggi male. Ma piuttosto: Ti sei bloccato, il volume era buono, la velocità era un po' alta». I bambini continuano a confrontarsi, ma non si classificano più così rapidamente come prima. In generale, ho l'impressione che siano più motivati a imparare".

Robert Klemm: «Grazie all'intenso dialogo tra il bambino e l'insegnante, spesso documentato per iscritto, i genitori sono informati sui progressi di apprendimento del bambino anche senza voti. Quindi la relazione semestrale non è una sorpresa. In generale, oggi non abbiamo né più né meno lavoro con i genitori. Questo perché i nostri insegnanti sono in grado di documentare bene la loro valutazione con le numerose osservazioni raccolte e i registri delle prestazioni».

La rinuncia ai voti non è una rinuncia alle prestazioni.

Robert Klemm, direttore

JK: «Alcuni genitori si chiedono se i bambini senza voti siano sufficientemente preparati per la meritocrazia: Verrebbero valutati anche sul lavoro».

Klemm: «Fare a meno dei voti non significa fare a meno delle prestazioni. Il confronto con il lavoro non è accurato: Quanto spesso i dipendenti fanno un colloquio di valutazione, una volta all'anno? I bambini sono costantemente valutati. Siamo sicuramente una scuola di risultati. Ma perseguiamo un concetto di performance che si concentra sullo sviluppo personale».

• * Nome noto alla redazione