Limiti di età per i social media: prevenire anziché aspettare
Spesso l'era delle grandi aziende digitali viene paragonata al periodo della corsa all'oro in California. All'epoca, nel selvaggio West, vigeva la legge del più forte. Oggi i fornitori di servizi digitali trattano con la stessa spietatezza temi quali la protezione dei dati, la privacy e il diritto d'autore.
In sostanza, anche la tutela dei minori è loro del tutto indifferente. Due esempi: nel febbraio 2024, un adolescente negli Stati Uniti si è tolto la vita dopo che un'intelligenza artificiale lo aveva incoraggiato nei suoi propositi suicidi. E nell'agosto 2025 Meta ha permesso ai bambini di flirtare con i chatbot a scopo di test. È quindi logico che in molti paesi si stiano promuovendo regolamentazioni statali. L'Australia ha già vietato l'accesso ai social media ai minori di 16 anni, mentre una commissione dell'UE sta lavorando a una proposta di verifica dell'età sui social media.
Tuttavia, poiché i dibattiti sul divieto sono spesso condotti in modo indifferenziato e ideologico, sono particolarmente richieste conoscenze basate sui fatti. Queste sono fornite dal documento di discussione «Social media e salute mentale di bambini e adolescenti» dell'Accademia Nazionale delle Scienze Leopoldina di Halle (Germania). Il trattato di 80 pagine offre un'analisi obiettiva dello stato attuale degli studi.
La situazione degli studi è confusa
Gli scienziati ammettono che anche nel mondo della ricerca la questione dell'impatto dei social media è oggetto di accese discussioni. La maggior parte degli studi ha semplicemente dimostrato che determinati fatti e i social media coesistono, senza che sia chiaro se vi sia una relazione causale tra loro.
E la questione di come i social media influenzino effettivamente il cervello «non è stata ancora studiata dal punto di vista neuroscientifico, quindi gli studi empirici sono piuttosto scarsi». A complicare le cose si aggiunge il fatto «che le grandi piattaforme digitali spesso si oppongono alla creazione di conoscenza pubblica e allo scambio di dati a fini di analisi scientifica».
I social media rafforzano i legami sociali e l'autostima se utilizzati in modo responsabile, scrivono gli scienziati nel loro studio.
Il documento mette in luce gli effetti positivi e negativi dei social media sulla salute dei bambini e degli adolescenti. Questi sono «piattaforme importanti per i giovani, che possono esprimere se stessi e le proprie opinioni e trovare una propria voce politica. Ricevere feedback positivi dagli altri o utilizzare i social media per riflettere su se stessi può rafforzare la loro autostima».
In particolare, l'autentica rappresentazione di sé in rete è correlata positivamente al benessere psicologico. Lo scambio di messaggi privati sui social network aiuta a coltivare i contatti sociali e ad ottenere un maggiore sostegno sociale in rete, rafforzando così la fiducia in se stessi.
Una raccomandazione chiara
Vengono illustrati anche gli aspetti negativi dei social media: cyberbullismo, commenti di odio e disinformazione esercitano un'influenza negativa sul benessere dei giovani. «L'elevata densità di compiti di sviluppo biologico, psicologico e sociale durante l'infanzia e l'adolescenza rende questa fase della vita particolarmente vulnerabile all'insorgenza di disturbi psichici», affermano gli autori dello studio. Ciò può scatenare o aggravare sintomi di depressione e ansia, stress, disturbi del sonno e disturbi alimentari.
«Alla luce di questa situazione, siamo favorevoli all'applicazione del principio di precauzione», scrivono gli scienziati. Si tratta di raccomandazioni comportamentali «quando sussiste il sospetto scientificamente fondato di un danno significativo alla salute umana o all'ambiente, ma le prove empiriche non sono sufficienti per dimostrare in modo conclusivo l'esistenza, la probabilità di verificarsi e l'entità di un danno».
La posizione delle autorità svizzere
In Svizzera lo studio tedesco viene seguito con attenzione. Tuttavia, secondo quanto riferito dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali, responsabile a livello federale della protezione dei minori nei media, al momento non esistono piani concreti per una verifica dell'età. Non è nemmeno possibile valutare se la Svizzera seguirà l'esempio dell'UE.
«A mio avviso, la Svizzera non adotterà mai nulla «così com'è», ma procederà sempre prima a un'analisi della situazione», afferma Yvonne Haldimann, vicecapo del settore Questioni relative all'infanzia e alla gioventù. «A parte questo, i fornitori di piattaforme di social media sono ben consapevoli dell'esistenza di peculiarità o normative specifiche di ciascun Paese alle quali devono adeguarsi».
Raccomandazioni
- Meno di 13 anni: divieto assoluto di utilizzo
- 13-15 anni: utilizzo solo con il consenso e sotto la supervisione dei genitori
- 13-17 anni: progettazione delle piattaforme adeguata all'età con funzioni limitate
- Verifica obbligatoria dell'età
Progettazione dei social media per i minori
- Per i minori di 18 anni: nessuna pubblicità personalizzata, nessun profilo, nessuna monetizzazione, politiche sulla privacy semplici.
- Per i minori di 16 anni: solo contatti confermati, nessun live streaming, nessuna notifica push, nessuna riproduzione automatica/scorrimento infinito.
- Pause obbligatorie, ad esempio dopo 45 minuti di utilizzo
istituti scolastici
- Divieto di utilizzo degli smartphone negli asili e nelle scuole fino alla terza media
- Canone educativo digitale: approccio riflessivo, competenza mediatica, conoscenze di IA
- Integrare la prevenzione delle dipendenze
- Limitare in modo critico l'uso dei social media per scopi scolastici
Qui trovi lo studio «I social media e la salute mentale dei bambini e degli adolescenti».



