«I miei figli devono sentirsi visti e ascoltati»
Simone Spizzo, 38 anni, sta studiando per diventare educatrice sociale e vive con i suoi figli Matteo, 10 anni, e Noé, 8 anni, in un modello di custodia alternata.
Sono stata educata in modo molto autoritario e spesso avevo la sensazione che i miei sentimenti non avessero spazio. Solo quando sono andata a lavorare come ragazza alla pari negli Stati Uniti ho potuto sperimentare in modo nuovo cosa significa essere amati e accettati. La mia madre ospitante mi disse: «Tu sei la cosa più preziosa che ho, dopo i miei figli». Sentirlo dire da qualcuno che mi conosceva appena è stato un momento fondamentale. Ho capito che volevo trasmettere questo sentimento anche ai miei figli.
Quando ero incinta di Matteo, ho sentito parlare per la prima volta dell'educazione basata sui bisogni e ho capito subito che era la strada che volevo seguire. Ma dopo il parto mi sentivo sopraffatta e sola. Il mio compagno di allora non era in grado di sostenermi in questo percorso e le persone che mi circondavano spesso guardavano con scetticismo al mio stile educativo.
L'educazione orientata ai bisogni non è un obiettivo che ho raggiunto, ma un percorso che continuo a seguire.
Tuttavia, ho continuato a provarci. Ho iniziato a confrontarmi intensamente con me stessa. È stato un percorso pieno di deviazioni. Ci sono stati momenti in cui non mi riconoscevo più. Ma a un certo punto ho capito: se voglio davvero dare sicurezza ai miei figli, devo imparare a trovarla dentro di me.
Ho iniziato a sviluppare nuove strategie, non per ribellione al mio passato, ma per il desiderio di cambiare consapevolmente. Ho imparato quanto sia importante prendermi cura di me stessa per poter essere presente per gli altri.
Certo, a volte ricado nei vecchi schemi. Posso alzare la voce quando sono sotto pressione. Ma me ne rendo conto, ne parlo con i miei figli e chiedo scusa. Oggi per me una relazione non significa perfezione, ma connessione. E questa connessione inizia sempre da me stessa.
Una vita quotidiana senza costrizioni e violenza
Il mio attuale compagno mi sostiene in questo atteggiamento. Anche la mia formazione come educatrice sociale mi dà molto. Accompagno ragazze in situazioni di vita difficili e cerco di essere presente, di ascoltarle, di vederle, proprio come cerco di fare con i miei figli.
L'educazione orientata ai bisogni non è un obiettivo che ho raggiunto, ma un percorso che continuo a seguire. Un atteggiamento intrinsecamente motivato contro la violenza nei rapporti con i miei figli. Con questo non intendo solo la violenza fisica, ma anche quella verbale e psicologica. Tratto i miei figli con cuore aperto e occhio vigile. Voglio dare loro ciò che mi è mancato da bambino e desidero che si sentano visti e ascoltati.
Un principio guida che mi accompagna sempre è: se riconosco la verità della persona che ho di fronte come vera quanto la mia, ci incontriamo ad armi pari. Questa frase mi ricorda sempre di essere umile. Ascoltare senza giudicare. In questo modo posso elaborare strategie e soluzioni con i miei figli che ci permettono di vivere la nostra vita quotidiana senza costrizioni e violenza.