Educazione orientata ai bisogni: il nostro tema di giugno
Recentemente una mia amica mi ha detto che quando sente una madre dire che vuole educare il proprio figlio in modo coerente e orientato ai suoi bisogni, lei drizza subito le orecchie. «L'argomento viene spesso presentato in modo così errato che genitori e figli si sentono completamente sopraffatti», ha affermato la mia amica.
La sua affermazione mi ha stupito. Lei stessa ha dei figli ed è consulente educativa. Perché una madre, esperta nella pratica quanto nella teoria, mette in discussione un approccio educativo che consiste nel riconoscere e prendere sul serio le molteplici esigenze di un bambino?
Molti genitori pensano che il bambino debba rimanere al centro della loro attenzione anche quando desidera diventare più autonomo.
Ma lei non è l'unica a nutrire scetticismo. La mia collega Michaela Davison ha approfondito la questione, cercando di capire a cosa si ricolleghi la critica all'educazione orientata ai bisogni e se sia giustificata. Le sue conclusioni sono state raccolte nel nostro dossier «Di cosa hai bisogno?».
Tanto per cominciare: i numerosi consigli accattivanti e promettenti, spesso condivisi sui social media, si basano su un malinteso fondamentale. Molti genitori pensano infatti che il bambino debba rimanere al centro della loro attenzione anche quando desidera diventare più autonomo. Come si può quindi orientarsi correttamente ai bisogni del bambino? Rispondiamo a questa e ad altre domande nell'ultimo dossier.
Mia figlia ha ricevuto il suo primo cellulare per il suo dodicesimo compleanno. E, sinceramente, è una sfida per noi. Ci sono molte discussioni sulle regole da seguire con il cellulare. E mi chiedo: «Devo sentirmi questo ogni giorno?»
«Sì, è necessario!», mi ha risposto Daniel Wolff, formatore digitale, a cui ho posto questa domanda nella nostra intervista mensile, aggiungendo un punto esclamativo alla fine della risposta, come ha fatto con molte altre. Il padre di tre figli lo sa per esperienza personale e grazie ai workshop che tiene nelle scuole . Qui ha constatato che molti bambini vengono confrontati troppo presto con contenuti che li turbano, secondo Wolff.

Auguro a voi, care lettrici e lettori, tanti momenti di scoperta con questo numero e spensierate prime giornate estive.
Cordiali saluti,
Evelin Hartmann