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Ciao ciao, istinto materno!

Tempo di lettura: 3 min

Ciao ciao, istinto materno!

È opinione comune che le donne siano biologicamente predestinate all'assistenza. Cosa dice la scienza al riguardo?
Testo: Virginia Nolan

Immagine: Joël Hunn / 13 Foto

Le madri sono per natura le più premurose e sanno istintivamente di cosa hanno bisogno i loro figli. La verità dell'istinto materno è «una storia che si è perpetuata storicamente per molti secoli a causa delle convinzioni patriarcali, ma anche per la mancanza di alternative scientifiche». Annika Rösler e Evelyn Höllrigl Tschaikner lo scrivono in «Mythos Mutterinstinkt».

Nel loro libro, i giornalisti riassumono i risultati delle ricerche sul cervello che dimostrano che l'istinto materno non può essere provato: L'istinto materno non può essere dimostrato. Sembra invece che sia insito in tutti gli esseri umani, come istinto di cura.

Ciò che conta per un legame forte non è il genere, ma la frequenza e l'intensità con cui una persona si prende cura del bambino.

Per esempio, gli autori fanno riferimento a studi condotti in Spagna, nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti. Questi dimostrano come il cervello femminile - o meglio: genitoriale - renda più facile prendersi cura di un neonato. I ricercatori hanno scoperto che la gravidanza provoca una temporanea riduzione della materia grigia nel cervello femminile. Si tratta di una messa a punto delle strutture cerebrali che consente alle donne di apprendere il comportamento di cura.

Gli studi di follow-up condotti sui padri hanno dimostrato che, finché la compagna era incinta, non vi erano cambiamenti strutturali nel loro cervello. Ma si sono verificati dopo la nascita del bambino. Anche il volume della materia grigia è diminuito nei padri. A quanto pare, questo li aiuta, proprio come le donne, a rispondere alle esigenze del bambino e a sentirsi in contatto con lui.

Uno studio rivela cose sorprendenti

È noto da tempo che l'amigdala, un nucleo a forma di mandorla situato al centro del cervello e coinvolto nello sviluppo delle emozioni, è particolarmente attiva nelle donne dopo il parto. Questo fatto è stato a lungo utilizzato come prova che le donne sono programmate per provare emozioni incomparabilmente forti per il loro bambino.

Nel 2014, alcuni ricercatori di Tel Aviv hanno voluto scoprire se l'effetto si verifica solo nelle madri. Il loro studio ha coinvolto madri eterosessuali a tempo pieno con un bambino appena nato, padri eterosessuali che lasciavano la maggior parte delle cure del bambino alle donne e padri omosessuali a tempo pieno il cui bambino spesso non era il loro. I ricercatori hanno filmato più volte i 90 soggetti del test con i loro figli e poi hanno mostrato loro le registrazioni. Durante questo processo, uno scanner per la risonanza magnetica ha registrato l'attività cerebrale dei partecipanti.

La narrazione dell'istinto produce aspettative incredibilmente elevate sulle madri.

Annika Rösler e Evelyn Höllrigl Tschaikner, autrici del libro

Come previsto, l'amigdala delle madri ha reagito con forza, mentre quella dei padri eterosessuali, che erano meno frequentemente coinvolti nella cura dei figli, ha reagito meno. Al contrario, le aree neuronali che controllano i processi cognitivi erano più attive in loro. «Questo ha permesso ai padri di riconoscere meglio i bisogni del bambino», secondo gli autori dello studio.

La sorpresa più grande è arrivata dai padri omosessuali: non solo la loro amigdala mostrava la stessa attività di quella delle madri a tempo pieno, ma presentavano anche gli stessi processi cognitivi pronunciati dei «padri del weekend» eterosessuali. Anche in questi ultimi i ricercatori hanno riscontrato qualcosa di notevole: più tempo gli uomini dedicavano al loro bambino, più attiva diventava la loro amigdala.

Cosa serve per un legame forte

Il team di ricerca ha concluso che né il sesso del genitore né la relazione biologica con il bambino sono determinanti per lo sviluppo di un forte legame, ma piuttosto la frequenza e l'intensità con cui una persona si prende cura del bambino.

Questa scoperta è solo una delle tante che suggeriscono che l'istinto materno non esiste. «Un motivo per rallegrarsi», affermano Annika Rösler e Evelyn Höllrigl Tschaikner. "Perché la narrazione dell'istinto produce aspettative incredibilmente alte sulle madri - e lascia fuori tutte quelle che si prendono cura di un bambino senza averlo messo al mondo".

Questo testo è stato pubblicato originariamente in lingua tedesca ed è stato tradotto automaticamente con l'ausilio dell'intelligenza artificiale. Vi preghiamo di segnalarci eventuali errori o ambiguità nel testo: feedback@fritzundfraenzi.ch