«Bisogna esercitarsi a riconoscere i propri e gli altrui sentimenti».
Non avevamo pianificato in anticipo che fosse il momento di parlare ai nostri figli di sentimenti ed empatia. Dopotutto, il più grande aveva solo quattro anni e il più piccolo due. Ma David ha portato le carte delle emozioni del suo lavoro. Su queste carte c'erano illustrazioni di topolini.
Ogni carta mostrava un sentimento diverso: un topo, ad esempio, presentava il sentimento di fiducia in se stesso, bilanciandosi su una parete stretta con un bastone. Un'altra carta mostrava un topo molto spaventato da qualcuno che indossava una maschera. Il sentimento di gioia ed energia era rappresentato da un topo che faceva le capriole. Joan ha trovato queste immagini così carine che ha guardato le carte a lungo.
Poiché nostro figlio è in grado di dare un nome a tanti sentimenti, è anche molto sensibile quando si relaziona con gli altri.
Abbiamo appeso una ventina di carte in cucina e le abbiamo trasformate in un gioco. All'inizio, noi genitori abbiamo fatto molto finta. Per esempio, ho detto: «Guardate, in questo momento mi sento come questo topolino. Sono raggiante e sto ridendo tanto perché sono così felice».
Abbiamo poi aggiunto le foto della nostra famiglia al set di carte: ognuno poteva quindi assegnare una molletta con il proprio ritratto a un determinato topo. Questa componente visiva è stata molto importante per i bambini. A volte non avevano le parole per descrivere le loro emozioni.
Riconoscere i sentimenti negli altri
Ci stiamo rendendo conto dell'effetto positivo che le nostre sessioni hanno sulle capacità linguistiche dei nostri figli. Il nostro bambino di sei anni è in grado di descrivere molto bene i suoi sentimenti. Poiché riconosce e sa dare un nome a tante sfumature emotive, è anche molto sensibile quando interagisce con gli altri.
Di recente è tornato a casa dall'asilo e ha raccontato di aver visto un bambino che ne spingeva un altro. Ha riconosciuto come si sentiva l'altro bambino: «Era spaventato e triste, mamma». Mi ha quindi chiesto di aiutare il bambino e di parlare con la sua mamma. Questo mi ha davvero colpito.
Questo modo consapevole di affrontare i sentimenti dei nostri figli ha avuto un impatto anche su di me. Quando ero bambino, non si parlava di emozioni in modo così esplicito. Solo da adulto mi sono reso conto di quanto sia fondamentale avere accesso ai propri sentimenti. Questa è la base per poter capire gli altri.