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È possibile combattere il bullismo con l'empatia?

Tempo di lettura: 5 min

È possibile combattere il bullismo con l'empatia?

Un gruppo di ricercatori ha studiato se sia possibile prevenire il bullismo aiutando i bambini ad aumentare la loro intelligenza emotiva e, in particolare, la loro empatia.
Testo: Amanda Ruggeri

Immagine: Adobe Stock

Milioni di bambini nel mondo sono vittime di bullismo. Secondo le stime, in Australia il 25% dei bambini subisce atti di bullismo nel corso della propria vita e il 10% è autore di tali atti. Negli Stati Uniti, la percentuale delle vittime segnalate oscilla tra il 10 e il 28%. Una panoramica globale dei dati dell'Unicef ha rilevato una percentuale ancora più elevata: il 32% dei ragazzi e il 36% delle ragazze.

Il cyberbullismo, in particolare, è in aumento e colpisce fino al 57% dei bambini in tutto il mondo. Alcuni gruppi, come quello LGBTQI, sono più a rischio di altri.

Il mobbing è un comportamento aggressivo indesiderato che comporta anche un rapporto di potere. Si ripete in modo certo o probabile e provoca alla vittima lesioni o sofferenza psicologica. I giovani a volte considerano il mobbing come un rituale di «passaggio all'età adulta», che serve a preparare il bambino alla «vita reale».

Ma secondo Antonella Brighi, docente di psicologia dello sviluppo alla Libera Università di Bolzano, Italia, questo è completamente sbagliato. La studiosa studia il fenomeno da quasi 15 anni. «Stiamo parlando di una forma di violenza», afferma.

Dal mal di pancia ai disturbi d'ansia

Accettare il bullismo significa «accettare la violenza nella nostra vita. Questo non è giusto. Non è in linea con i diritti civili di tutte le persone, compresi i bambini. È un problema che limita la partecipazione dei bambini alla vita scolastica quotidiana e può avere effetti a lungo termine».

Alcune conseguenze del bullismo possono protrarsi fino all'età adulta. Le vittime hanno più spesso problemi di salute rispetto ai coetanei, tra cui sintomi psicosomatici come mal di pancia o insonnia, nonché disturbi psichici come ansia, depressione e pensieri suicidi, anche in età adulta.

In linea di massima, il lavoro di prevenzione contro il mobbing inizia con la comprensione di chi potrebbe diventare un mobber.

Le vittime di bullismo possono essere soggette a un rischio maggiore di problemi di salute, comportamenti antisociali e criminalità in età adulta. Di conseguenza, il bullismo è sempre più considerato un problema di salute pubblica che richiede misure di prevenzione e intervento.

In linea di massima, la prevenzione del mobbing inizia con la comprensione di chi potrebbe diventare un mobber. In riferimento ai «cinque grandi tratti della personalità», i mobber tendono ad essere meno socievoli, coscienziosi e aperti, ma più estroversi e nevrotici.

Maggiore intelligenza emotiva

I bambini nevrotici mostrano una maggiore predisposizione all'instabilità emotiva, che può includere sentimenti come rabbia o insicurezza. I bambini meno estroversi hanno un modo di pensare piuttosto rigido e sono meno disposti a considerare il punto di vista degli altri.

È evidente che una combinazione di queste caratteristiche può creare in questi bambini una predisposizione al bullismo. Rispetto ai coetanei, i bulli hanno generalmente un'intelligenza emotiva più profonda e una regolazione emotiva più debole.

Brighi voleva scoprire dove queste caratteristiche si sovrappongono e se è possibile migliorare i tratti emotivi, ad esempio attraverso il coaching emotivo. È possibile ridurre il rischio che i bambini inizino a fare bullismo aiutandoli a sviluppare una migliore intelligenza emotiva in generale o l'empatia in particolare?

E questo potrebbe essere particolarmente utile per i bambini con le caratteristiche di rischio sopra descritte? In questo caso, i benefici potrebbero essere enormi: gli interventi basati sull'intelligenza emotiva potrebbero davvero aiutare a prevenire il bullismo.

L'intelligenza emotiva e l'empatia hanno contribuito a contrastare i fattori di rischio legati a determinate tendenze della personalità.

Brighi e le sue colleghe hanno scoperto che nei bambini di età compresa tra gli otto e i dieci anni l'intelligenza emotiva e l'empatia aiutavano a contrastare i fattori di rischio legati a determinate tendenze della personalità. I bambini meno stabili dal punto di vista emotivo, ad esempio, erano più inclini al bullismo, a meno che non dimostrassero una maggiore intelligenza emotiva. Allo stesso modo, i bambini meno coscienziosi erano più inclini al bullismo, a meno che non dimostrassero una maggiore empatia.

«La buona notizia è che, anche se tutti abbiamo determinati tratti della personalità, alcune abilità possono essere apprese», afferma Brighi. Sottolinea che aiutare i bambini a sviluppare l'intelligenza emotiva e l'empatia potrebbe ridurre la probabilità che in futuro diventino bulli nei confronti di altri bambini.

È particolarmente interessante notare che questo effetto si manifesta già nei bambini di età compresa tra gli otto e i dieci anni. Ciò significa che un intervento precoce nei bambini piccoli potrebbe portare grandi benefici a lungo termine.

Ciò vale in particolare perché i bambini imparano dal comportamento di chi li circonda. Quando assistono a episodi di bullismo, sperimentano «una sorta di apprendimento progressivo dell'aggressività e di un modo di rapportarsi agli altri che pone la violenza e gli insulti al centro delle loro relazioni», afferma Brighi. «Se non rompiamo questo circolo vizioso, rischiamo che il problema peggiori ulteriormente»

Strategie semplici possono aiutare

Sulla base dei risultati della sua ricerca, Brighi sta attualmente testando un programma anti-bullismo per insegnanti. Tuttavia, gli assistenti sociali e gli insegnanti non devono aspettare un intervento strutturato contro il bullismo per ottenere risultati.

Strategie semplici possono aiutare i bambini a sviluppare l'intelligenza emotiva: ad esempio, rispecchiare l'espressione facciale di un bambino, chiedergli come si sente o dove sente le emozioni nel proprio corpo. «È possibile trasmettere empatia già aiutando i bambini a comprendere il punto di vista di un'altra persona», spiega Brighi.

BOLD

La piattaforma Bold, un'iniziativa della Jacobs Foundation, si è posta l'obiettivo di avvicinare un vasto pubblico mondiale al modo in cui imparano i bambini e i giovani

Ricercatori di spicco e giovani scienziati condividono le loro conoscenze specialistiche e discutono con un pubblico desideroso di sapere come i bambini e i giovani si sviluppano e crescono nel XXI secolo, quali sono le loro difficoltà, come giocano e come utilizzano le tecnologie.

Questo testo è stato pubblicato originariamente in lingua tedesca ed è stato tradotto automaticamente con l'ausilio dell'intelligenza artificiale. Vi preghiamo di segnalarci eventuali errori o ambiguità nel testo: feedback@fritzundfraenzi.ch