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«Voglio sostenere le mie figlie anche quando loro stesse non riescono a farlo»

Tempo di lettura: 2 min
Bernadette Bürer, 42 anni, è autistica e soffre di ADHD. Come madre, la co-regolazione è importante per lei. È come una terapia per la sua bambina interiore.
Testo: Stefanie Rietzler e Fabian Grolimund 

Immagine: Désirée Good / 13 Photo

Bernadette Bürer, 42 anni, lavora come coach per bambini, adolescenti e famiglie con specializzazione in autismo e ADHD. Vive a Erstfeld UR con suo marito, 40 anni, e le sue due figlie (14 e 11 anni).

Sono autistica e soffro di ADHD. Il tema delle tempeste emotive e di come l'ambiente circostante reagisce ad esse mi accompagna da sempre. Da bambina e poi da adolescente avevo spesso gli stessi sogni ad occhi aperti. Quando ero triste, frustrata, arrabbiata o ferita, immaginavo come sarebbe stato se qualcuno avesse potuto sopportare tutti i miei veri sentimenti – o, in altre parole, se qualcuno avesse potuto sopportare me.

Ogni giorno dovevo sopportare me stesso. E non era affatto facile. L'idea di come sarebbe stato se gli adulti non mi avessero oppresso, insultato o addirittura punito per i miei sentimenti, ma mi avessero invece visto e sopportato, non mi ha mai abbandonato. Purtroppo questo è rimasto un desiderio irrealizzato, almeno per me.

La mia presenza incondizionata sostiene le mie figlie finché non riescono a riprendersi, a calmarsi e a cercare vicinanza, sicurezza e conforto presso di me.

Per questo motivo, voglio che le mie due figlie possano ora sperimentare che sono accettate e amate con tutti i loro sentimenti autentici. Che io le sopporto e le sostengo anche quando loro stesse riescono a malapena a sopportarsi. Questa è la mia missione più importante come madre e, allo stesso tempo, è quasi come una terapia per la mia bambina interiore.

La co-regolamentazione delle filiali rafforza la fiducia

Quindi, quando le mie figlie hanno degli scatti emotivi, mi siedo semplicemente accanto a loro. Rimango lì, tranquilla e senza fissarmi su di loro, ma comunque concentrata interiormente. È importante non toccarle, non dire nulla per il momento, semplicemente sopportare i loro scatti e la loro rabbia.

Questa presenza incondizionata li sostiene finché non riescono lentamente a riprendersi, a calmarsi e infine a cercare vicinanza, sicurezza e conforto presso di me. Mi rendo conto che questo è l'unico modo in cui posso davvero aiutarli anche in situazioni eccezionali.

Posso confermare al cento per cento che questa lenta «co-regolazione» da un lato funziona e dall'altro rafforza incredibilmente il legame e la fiducia tra il bambino e la persona che lo accompagna, molto più di quanto possano fare una bella gita o altre ore felici trascorse insieme, anche se naturalmente anche queste esperienze positive sono fantastiche e importanti.

Questo testo è stato pubblicato originariamente in lingua tedesca ed è stato tradotto automaticamente con l'ausilio dell'intelligenza artificiale. Vi preghiamo di segnalarci eventuali errori o ambiguità nel testo: feedback@fritzundfraenzi.ch