Per sempre giovane? Il mio suggerimento
Non è necessario essere un professionista per rendersene conto: I giovani possono maturare prima fisicamente, ma in qualche modo crescono più tardi mentalmente. Gli undicenni sembrano donne, ma i ventiquattrenni si rifiutano di lasciare l'asilo nido. I ricercatori definiscono questo fenomeno come « adolescenzaprolungata». L'adolescenza viene spesso paragonata alla metamorfosi di un bruco: Il bambino, appena pieno di vita, si impupa per anni nel suo corpo ormai giovane, mentre il disco rigido interno viene riconfigurato.
Una mattina, però, la porta dell'asilo si apre, un giovane adulto apre le ali e vola nel mondo come una farfalla. Bellissimo.
La caratteristica centrale dell'«adolescenza prolungata» è l'aggrapparsi allo status di bambino. Immaginiamo la situazione in questo modo: Il bruco è diventato da tempo una farfalla, ma si rifiuta di lasciare la crisalide troppo stretta perché... Sì, perché?
Nell'«adolescenza prolungata», i giovani si aggrappano allo status di «bambino».
Forse a casa si sta troppo bene. Ma forse, al momento, la crescita dei giovani non è particolarmente promettente. Ritardarlo sarebbe quindi una ribellione contro un mondo in crisi in cui i nostri giovani non vogliono crescere.
Ecco una piccola riflessione: visto che oggigiorno le persone compiono in media 100 anni, che i 50 sono i nuovi 40 e i 40 i nuovi 30, che i 55enni si vestono come studenti e che i 75enni stanno vivendo una sorta di seconda pubertà, non è forse giusto che i giovani non abbiano così tanta fretta di crescere? Inoltre, uno dei problemi del nostro mondo non è forse quello di metterci sotto pressione per crescere?
Forse dovremmo accelerare un po' il passo: La prima cosa che potremmo fare è prolungare il periodo della scuola materna. A 8 o 9 anni i bambini iniziano la scuola primaria, che terminano a 15 anni, in modo che anche l'ultimo ritardatario abbia una possibilità.
Gli anni tra i 15 e i 20 anni vengono trascorsi in campi da sci, scuole di teatro e con misure di terapia occupazionale come corsi di cucina e seminari di riordino di Marie Kondo, finché la struttura cerebrale del giovane non gli consente di seguire le lezioni. All'età di 24 anni, completano la maturità o l'apprendistato.
Non è forse uno dei problemi del nostro mondo quello di metterci sotto pressione per crescere?
Durante questo periodo, i bambini non vivono con i genitori, ovviamente, Dio non voglia, ma sono tenuti in collegi simili a campi, con vestiti unisex e senza internet, per porre un limite alla loro ingenuità. Ma soprattutto: per non caricarli inutilmente della zavorra degli adulti.
A metà dei 30 anni, i ragazzi hanno terminato gli studi e sono pronti a iniziare la loro carriera e la loro vita. Sono un po' in ritardo rispetto agli standard internazionali, ma senza l'imposizione del mondo degli adulti, possono aver sviluppato un vero desiderio e amore per questo mondo. Certo, non è un concetto completamente sviluppato. Ma anche quelli attuali non sembrano funzionare.