Nessuna casa estiva, più tardi
Molti anni fa ho letto una storia sulla tragica circostanza di «non possedere una casa estiva». Per quanto mi riguarda, non riuscivo a capire cosa avesse spinto l'autore a scrivere un testo del genere. Ero giovane. Non ne avevo idea.
Oggi, 15 anni e due figli dopo, so cosa si intendeva. Perché nemmeno io ho una casa estiva. La casa estiva che non possiedo non si trova nel mio paese d'origine, la Finlandia. Non c'è un sentiero ripido che porta dalla casa storta e quasi centenaria fino al lago.
E in fondo, nascosta dietro una piccola scogliera, non troverete la vecchia sauna, che mio padre non ha ristrutturato nell'estate del 1984 e nella quale non c'è un meraviglioso odore di legno di catrame. Da bambino non mi sono mai seduto sul pavimento al buio e non ho mai ascoltato mio zio fare la stessa battuta ogni volta che l'ondata di calore della prima infusione mi colpiva il viso come una frusta rovente: «Questo, bambini, è meglio del sesso».La sauna non ha nemmeno una veranda con una piccola panchina di legno, dove mi piace sedermi dopo essermi rinfrescato, con i piedi appoggiati alla ringhiera, una birra in mano e la vista sull'altra sponda del lago.
Non ho raccolto lamponi qui ogni estate con i miei cugini dietro casa (una volta due litri in un'ora e mezza!), non abbiamo mai fatto il bagno tutto il giorno e non ci siamo mai sdraiati sugli scogli al sole per riscaldarci. E non abbiamo mai remato fino all'isola disabitata con la vecchia barca per raccogliere i finferli e poi vedere la mamma friggerli con il burro in padella.
Non potrò mai insegnare ai miei figli ciò che non ho mai sperimentato io stesso.
La sera, noi bambini non ci sedevamo mai davanti al fuoco scoppiettante, che - questa era una regola ferrea! - ci era permesso di accendere solo con un fiammifero e senza carta. E mio padre non mi ha mai svegliato la notte del primo mercoledì di agosto, quando inizia la stagione dei gamberi di fiume, per andare a caccia di queste creature primitive sulla riva al buio, armato solo di torce.
La casa non ha vissuto molte esperienze. Non la grande tempesta del 1967 né l'inverno glaciale del 1981, quando il nostro vicino morì assiderato nella sua casa. Non ha vissuto nemmeno l'allargamento della strada, la disputa con i nuovi vicini o lo scavo della grande cava di ghiaia.
E ora che ho dei figli miei, non vengo qui ogni estate con la mia famiglia. Quindi non potrò mai insegnare ai miei figli ciò che io stessa non ho mai sperimentato: Non potrò mai mostrare loro come si sventra un pesce appena pescato, come ci si orienta nella foresta senza una bussola, o dove si trova la roccia su cui non ho baciato la ragazza di mio cugino in quella notte di luglio.
Una nuova estate sta per iniziare. E già non vedo l'ora di risvegliare dal letargo la mia inesistente casa estiva. Nove mesi fa non ho chiuso le imposte, non ho tirato a riva la barca a remi e non ho messo la chiave nel sottoscala, ed è proprio lì che non la ripescherò presto per dare il benvenuto a una nuova estate. Oh, se solo tutti avessero una casa estiva come quella che non ho io.