Apprendistato: Come iniziare bene?
Lea Bangerter ricorda molto bene il primo giorno di apprendistato: una stanza piena di membri adulti del team che volevano salutarla. Oggi, la ventitreenne bernese ha concluso due anni fa il suo apprendistato come operatrice sanitaria presso Spitex. All'epoca era incerta, perché la situazione era nuova ed entusiasmante.
Anche Timon Menti guarda al suo apprendistato di tre anni fa con sentimenti contrastanti: «È passato subito da 0 a 100!». Appena arrivato in azienda, l'elettricista in erba era già in cantiere. «Ho cercato di rimanere il più rilassato possibile e di tenere d'occhio quello che facevano gli altri. Questo mi ha dato un po' di sicurezza».
Ho imparato presto a organizzarmi.
Timon Menti, apprendista
Susanne Küng vuole trasmetterlo anche nel suo ruolo di formatrice professionale in uno studio contabile. La 41enne impiegata commerciale accompagna i giovani dall'inizio dell'apprendistato fino al diploma. «L'esperienza ha dimostrato che per i giovani è più facile entrare nella vita adulta se hanno istruzioni chiare che li guidano».
Per l'apprendista Menti, invece, si trattava di «prendere gli attrezzi e partire!». Ripensandoci, vede questo salto nel vuoto come un fatto positivo. «Ho imparato rapidamente a organizzarmi e a mantenere la lucidità anche quando sono sotto pressione». Per questo, all'inizio del suo apprendistato ha dovuto stringere i denti di tanto in tanto.
Sfide completamente nuove
Lea Bangerter ha vissuto la stessa esperienza. Anche se nei primi sei mesi non ha mai viaggiato da sola nell'auto Spitex, ha trovato comunque impegnativo questo periodo. «Ci vuole resistenza per passare dalla scuola a un lavoro in cui non si sta seduti ma si sta in piedi per ore e ore». E ci vuole fiducia nel fatto che diventa un po' più facile con ogni ora di esperienza in più.
«I giovani maturano molto nel corso degli anni di apprendistato», afferma il formatore professionale Küng. «Prima i giovani sono in grado di organizzarsi, prima si sentono a proprio agio nel loro nuovo ruolo di professionisti». Chi è in grado di rispettare le scadenze e di affrontare i compiti in modo ponderato trova più facile affrontare la vita lavorativa di tutti i giorni. «E», aggiunge Timon Menti, «la motivazione per il lavoro deve essere tale che non si impara perché si deve, ma perché si vuole sapere di più».