Ostacoli alti ma superabili per i rifugiati
I giovani rifugiati arrivano in Svizzera con diversi prerequisiti. Affinché possano inserirsi nel mondo del lavoro, hanno bisogno di programmi adeguati oltre che del loro impegno. L'assistente sociale Marion Eberwein lavora presso Impulsis, il centro di competenza per l'integrazione professionale dei giovani in situazioni difficili. Gestisce il semestre di motivazione, un programma che permette ai giovani di fare un'esperienza lavorativa e un apprendistato in diverse aziende.
Lo scambio con diverse PMI è quindi una parte centrale del suo impegno professionale. Le permette di avere una visione completa della situazione attuale del mondo professionale e quindi dei settori che soffrono di una forte carenza di apprendisti. Il fatto che assumano rifugiati come potenziali dipendenti capita, ma è un'eccezione.
«D'altra parte, molte aziende sono felici di dare una possibilità ai giovani rifugiati, purché abbiano le competenze necessarie», afferma Elisabeth Fent, responsabile del dipartimento Startbahn di Impulsis. «Il prerequisito è che sappiano comunicare in tedesco. È inoltre importante che chi inizia la carriera sia affidabile e abbia un atteggiamento amichevole». Competenze chiave che sono ugualmente richieste a tutti i giovani che iniziano la loro carriera.
I giovani vogliono guadagnare il più rapidamente possibile. Non c'è tempo per la formazione.
Elisabeth Fent, esperta di integrazione
A Impulsis, Fent e Eberwein hanno finora aiutato persone provenienti da Eritrea, Siria, Afghanistan e Turchia a entrare nel mercato del lavoro. Una donna siriana accompagnata da Eberwein ha capito subito di avere le stesse opportunità dei giovani cresciuti qui. «Aveva terminato la scuola nel suo Paese d'origine e parlava correntemente la lingua».
Quando sono fuggiti? Che cosa hanno vissuto i giovani, spesso in viaggio per molto tempo? Sono traumatizzati? «Queste conoscenze forniscono informazioni su dove iniziare in termini di formazione professionale», afferma Fent. In Svizzera c'è anche una forte attenzione all'istruzione, una priorità non sempre condivisa.
L'isolamento sociale come problema
I minori che sono fuggiti vengono spesso mandati via con l'onere di sostenere economicamente la famiglia che hanno lasciato il più rapidamente possibile. «Per questi ragazzi, per lo più giovani, è chiaro che vogliono lavorare e guadagnare il più rapidamente possibile. Non c'è tempo per completare un apprendistato, anche se probabilmente sarebbe l'opzione più redditizia a lungo termine», dice Fent. Il loro bisogno è quindi esistenziale e la pressione è grande: una circostanza che richiede comprensione.
Per quanto i requisiti siano diversi, c'è un ostacolo che tutti devono superare: l'integrazione sociale. «Sebbene la Svizzera sia fortemente favorevole all'istruzione, l'opportunità di partecipare alla vita sociale rimane difficile», afferma Eberwein. La conseguenza è che le difficoltà psicologiche si aggiungono a una situazione già difficile". Anche Fent ritiene che l'integrazione sociale abbia un'influenza significativa sull'ingresso in carriera dei giovani rifugiati: «L'isolamento sociale ha un impatto negativo sulla loro situazione di vita e riduce la loro capacità di superare gli ostacoli».