«Non ho un telefono cellulare, il che è davvero fastidioso».
"In prima media sono stato fortunato perché il nostro insegnante di classe era molto più avanti dei suoi colleghi per quanto riguarda i media digitali. Lavoravamo al computer per quattro ore alla settimana, due delle quali a orari fissi. Ogni alunno aveva un account su profaxonline.com, dove ci esercitavamo in geografia e tedesco. Dalle flashcard ai giochi grammaticali, fino alle mappe interattive del Paese, ci sono molti modi diversi per imparare. Abbiamo anche disegnato poster su argomenti di apprendimento, mescolando la scrittura a mano con immagini ed elementi di testo tratti da Internet.
Il nostro insegnante ci ha anche mostrato alcune cose insolite: abbiamo usato il software Audacity per creare un radiodramma e abbiamo anche imparato a conoscere il linguaggio di programmazione Scratch. Naturalmente, questo non ha nulla a che fare con il tipo di programmazione che papà conosce bene in quanto informatico. Scratch non richiede comandi di testo difficili, si programma con blocchi colorati, per esempio giochi o animazioni.
Con il nostro insegnante abbiamo anche discusso di come affrontare i commenti di odio o la questione di quali informazioni siano affidabili. Personalmente, mi affido a Wikipedia, ma non mi fido dei media tradizionali. Qualche mese fa, alcuni miei amici hanno causato un terribile incidente mentre stavano sperimentando il fuoco. Su Internet sono circolate notizie false, il che mi ha rattristato.
Il nostro ex insegnante di classe era convinto che i media digitali sarebbero diventati sempre più importanti nella scuola del futuro. Lo spero! Probabilmente non vivrò abbastanza per vedere come si impara con tablet e smartphone. Vedo molti bambini con lo smartphone che non sanno nemmeno cosa hanno in mano. Io stesso non ho un telefono cellulare, il che è davvero fastidioso. Mia sorella maggiore ha avuto il primo a 12 anni, io ne ho 13 e lo sto ancora aspettando".
(Noé si vede nella foto a sinistra di suo fratello Luc)
Per saperne di più, consultate il nostro dossier "La rivoluzione digitale in classe":
- Interview: Philippe Wampfler gilt als Vorreiter und Experte für den Einsatz neuer Medien an Schulen. Herr Wampfler, machen digitale Medien Schule besser?
- Übersicht: Mit der Einführung des Lehrplan 21 in vielen Schweizer Kantonen bekommen «Medien und Informatik» eine grössere Bedeutung an den Volksschulen. Was steht genau drin und was bedeutet das für welche Altersstufe?
- Porträt: Stefan Bienz findet, dass die Schule das Potenzial digitaler Medien zu wenig ausschöpft. Der Vater zweier Teenager findet: «Die Schule soll besser aufklären»