L'amore è strano

Alcuni pensieri mi attraversano la mente in modo inappropriato come un clown a un funerale. L'altra sera, la mia futura figlia sedicenne ha salito le scale e, quando l'ho intercettata nel corridoio, è caduta tra le mie braccia. «Mi sento male!», ha detto. Aveva bevuto birra, si era sentita male e pensava di morire. «Non si può fare niente?», gridò. Le accarezzai la testa e dovetti sorridere. Non si può fare nulla, pensai. Ma almeno l'alcol svanisce in fretta. Aspetta solo di innamorarti per la prima volta.
Forse lo pensavo perché avevo riletto i miei diari dell'adolescenza. Non parlano d'altro che di amore. Quando amiamo, in un certo senso, siamo proprio questo: clown a un funerale. Così scrissi all'epoca:
«Qualunque cosa sia l'amore, ti rende ridicolo. Concentri la tua attenzione su un centro che non esiste nemmeno: Come e quando lo rivedrò? Era solo gentile e non c'è niente dietro? Dovrei invitarlo a cena? Perché non ha chiamato? Lo vedrò oggi? O domani? Tutte queste domande. Come avrei dovuto reagire quando mi ha toccato? Toccare anche lui? Non c'è niente di più orribile dell'idea di poter essere un fastidio per qualcuno. Ma voglio, devo, non posso farne a meno. Una figura ridicola».
Ma poi: Non è forse la drammaturgia intrinseca dell'amore a rendere la vita degna di essere vissuta?
"Non riesco a trovare le parole per quello che ho con X. Siamo in montagna. Il tempo è indefinito, potremmo andare in bicicletta fino al lago, X potrebbe entrare dalla porta e fare sesso, io potrei rimanere incinta o potremmo pranzare insieme. Oppure niente di tutto questo, potrebbe accadere tutto domani o potrebbe piovere domani. Perché il passare del tempo ti spaventa? Tutto è fugace, anche l'amore.
Spesso stiamo zitti. Dormiamo insieme, poi ci sdraiamo e ci guardiamo, ogni tanto uno o l'altro ride, sorride, ci baciamo e stiamo zitti. Ieri, però, dopo un lungo silenzio, sono riuscito a mettere insieme tre parole. «L'amore è strano», ho detto.
«Perché?»
Ho pensato di chiedergli se pensava che fosse altrettanto bello in paradiso. Poi mi sono chiesta come si fa a pensare una cosa del genere in questo mondo. Esattamente. L'amore è strano".
L'amore è strano, è vero. «Come palline da flipper, siamo mandati in un viaggio che sappiamo solo che finirà. Ma per quale fine? Cerco di afferrare ciò che scorre tra le mie mani come sabbia, per dargli un nome, il nome della persona che amo».
La vera bellezza dell'amore sta nel donarlo - a un uomo, a una donna, a un bambino, a un estraneo. Così pensai e, quando mia figlia si addormentò, chiusi silenziosamente la porta della mia stanza.
© Tages-Anzeiger/Mamablog


L'autore

Michèle Binswanger è filosofa, giornalista e autrice. Scrive su temi sociali, è madre di due figli e vive a Basilea.
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