I miei figli possono imprecare
Una delle prime dieci parole di mia figlia è stata «Mannomann». Se una pallina di miglio non le entrava in bocca: «Mannomann». Il tappo a vite non voleva aprirsi? Avete indovinato: «Mannomann». Anche uno dei suoi fratelli segue le sue orme, anche se senza parole. Se qualcosa non funziona come vuole, tira un sospiro di sollievo e dice un «rrrcho» un po' seccato.
Amico!
Io lavoro in modo simile. Se sono infastidito, non lancio vasi dal tavolo né faccio buchi nel muro. Se qualcosa non va come vorrei, conto fino a dieci in momenti controllati, seguiti da un caloroso «Gopfertöri!» in momenti meno controllati.
Sono una persona impulsiva, mi arrabbio rapidamente, ma altrettanto rapidamente mi calmo. E sfogarmi verbalmente mi aiuta a farlo. E anche i miei figli possono farlo. Non fraintendetemi, non insegno esplicitamente ai miei figli a dire parolacce. Ma non li convinco nemmeno a non farlo. Se un «Mannomann» li aiuta a riprendere in mano il tappo a vite invece di farlo cadere per l'esasperazione, mi sembra giusto. Se il sospiro teatrale impedisce al mio bambino di quasi due anni di lanciare il blocco da costruzione in testa al fratello, mi sembra giusto!
L'imprecazione come motivatore
Il ricercatore britannico Richard Stephens ha scoperto che le parolacce innescano una risposta allo stress nell'organismo. Quando i soggetti dei suoi test imprecavano, ad esempio, duravano di più durante lo sport. Oltre all'adrenalina e al cortisolo, le parolacce rilasciano anche endorfine, che riducono la sensazione di dolore. O fa dimenticare la frustrazione*.
Non voglio incoraggiare i miei figli a reagire verbalmente a ogni piccola frustrazione. Tuttavia, se il rimprovero funge da catarsi, allora è arrivato il momento di aprire le orecchie quando si tratta di imprecare!
Mamma Haddock: Centomila pezzi di Lego urlanti!
I miei figli sono ancora piccoli, quindi i loro tentativi di imprecare sono carini. Per ora. Ma mi rendo anche conto che non tutte le parolacce sono uguali. Un «sh***» dalla bocca di un bambino di quattro anni non funziona nemmeno per me.
Se mai avrò tempo, creerò un lessico delle parolacce di Schwander, di età pari a 0. Mi ispirerei al Capitano Haddock. Nessuno impreca in modo così innocuo e allo stesso tempo così fervente come lui. Che ne dite di un bel «pezzo di Lego inappropriato»? O un affettuoso «calzino della bambola inappropriato»? Se i miei figli non vogliono attenersi a questo, dovranno diventare rapper più tardi.
Spero che leggiate questo testo con un luccichio negli occhi. Altrimenti, concedetevi un caloroso «Che mucchio di sciocchezze!» e proseguite. Anche io sospirerò interiormente, lo prometto.
*Lo studio completo di Richard Stephens et al. può essere letto qui.
Immagine: Fotolia