I bambini ben supportati socialmente affrontano meglio i traumi

Signor Landolt, lei cura bambini e ragazzi che soffrono di disturbi legati a traumi. Come si manifestano?

I bambini e gli adolescenti possono reagire in modo diverso ai traumi. I sintomi più comuni sono i ricordi intrusivi, i cosiddetti flashback, gli incubi, l'intorpidimento emotivo o l'evitamento dei fattori scatenanti che riportano alla mente il trauma. Nei bambini piccoli, questi sintomi possono diventare visibili attraverso comportamenti regressivi come la pipì a letto o l'ansia da separazione, oppure attraverso cambiamenti nel gioco e incubi. I bambini più piccoli spesso mostrano anche anomalie comportamentali: diventano aggressivi, eccessivamente appiccicosi o ansiosi.

Gli adolescenti tendono a reagire al trauma con autolesionismo e irritabilità.

Gli adolescenti sono soggetti a sbalzi d'umore, irritabilità, comportamenti autolesionistici o abuso di sostanze. Alcuni sviluppano disturbi a lungo termine, come il disturbo post-traumatico da stress, caratterizzato dal rivivere il trauma, dall'evitamento e dalla sovreccitazione. La gravità varia a seconda del tipo e della durata del trauma e dipende anche dalla presenza di fattori protettivi come il sostegno familiare e sociale.

Fa differenza per il successo del trattamento se un trauma è stato causato da un evento unico, come un incidente, o da esperienze ripetute, ad esempio una violenza sessuale per un periodo di tempo più lungo?

Sì, ci sono differenze significative nel trattamento terapeutico: un trauma unico come un incidente stradale può spesso essere trattato in modo più efficace e rapido, poiché il disturbo è di solito meno complesso e contiene sintomi chiaramente definiti di disturbo post-traumatico da stress (PTSD).

L'abuso per un periodo di tempo più lungo spesso porta a disturbi complessi.

Metodi come la terapia cognitivo-comportamentale incentrata sul trauma (TF-CBT) possono portare a rapidi progressi. Esperienze traumatiche ripetute, come l'abuso, per un periodo di tempo più lungo, spesso portano a disturbi più complessi legati al trauma. Oltre ai sintomi del PTSD, le persone colpite soffrono spesso di disturbi della regolazione degli affetti e di problemi di attaccamento, di relazione e di autostima. Il trattamento in questi casi è più lungo e spesso richiede una combinazione di misure di stabilizzazione, elaborazione dei ricordi del trauma e promozione dell'autostima e delle abilità sociali.

Perché alcune persone riescono a sopravvivere a esperienze traumatiche come la fuga o la guerra apparentemente indenni, mentre altre lottano con esse per molto tempo?

È vero che, anche durante l'infanzia e l'adolescenza, la maggior parte delle persone colpite da molti eventi potenzialmente traumatici non sviluppa conseguenze psicologiche negative a lungo termine. La resilienza alle esperienze traumatiche varia notevolmente tra gli individui e dipende da una serie di fattori. Le caratteristiche del trauma, dell'individuo e dell'ambiente sociale, nonché i giudizi cognitivi svolgono un ruolo importante. I fattori protettivi includono disposizioni genetiche, determinati stili di personalità, esperienze positive di legame nella prima infanzia e, in particolare, la disponibilità di supporto familiare e sociale. I bambini e gli adolescenti con un buon supporto sociale e familiare e con strategie di coping ben sviluppate sono generalmente in grado di affrontare meglio le esperienze traumatiche. Anche gli schemi cognitivi, come il senso di controllo o di significato, possono aumentare la resilienza.