Gli «occhiali del bullismo»: un aiuto per gli insegnanti

Gli esperti e autori di bullismo Heike Blum e Detlef Beck hannosviluppato unostrumento che può aiutare gli insegnanti a individuare il bullismo: gli occhiali del bullismo.

Riconoscere il bullismo in quanto tale è una sfida. In primo luogo, perché non avviene solo in classe e, in secondo luogo, perché i bulli in genere agiscono di nascosto, in modo che gli adulti non se ne accorgano: Secondo le indagini condotte tra gli studenti, agli insegnanti sfugge una situazione di bullismo su tre che si verifica in loro presenza. Gli esperti e autori di bullismo Heike Blum e Detlef Beck hanno sviluppato uno strumento che può aiutare gli insegnanti a individuare il bullismo: gli occhiali da bullo. «Li indossiamo simbolicamente quando notiamo che un bambino o un giovane sta cambiando senza un motivo apparente o quando i genitori ci accusano di bullismo», dice Beck. Partendo dalla premessa che il bullismo potrebbe essere una possibile ragione del cambiamento, è ragionevole che gli insegnanti guardino e ascoltino più attentamente in tre aree:

Segnali
Gli alunni colpiti dal bullismo spesso trascorrono le pause da soli, non giocano quasi mai con gli altri bambini e preferiscono lavorare da soli durante le lezioni. Spesso lamentano mal di testa o mal di stomaco, arrivano in ritardo alle lezioni perché fanno delle deviazioni, o cercano protezione dagli adulti cercando un contatto con l'insegnante dopo le lezioni o trascorrendo la pausa vicino alla sala del personale. Altri segnali di allarme sono rappresentati dal fatto che il bambino appare più ansioso o sempre più aggressivo di prima, si ritira o fa i capricci con maggiore frequenza.

Azioni
Nel caso del bullismo, uno sguardo più attento rivela che i compagni di classe spesso ridono del bambino in questione, lo accusano ripetutamente o fanno regolarmente commenti sprezzanti quando dice qualcosa. In classe, il bambino viene spesso escluso dai lavori di gruppo, viene scelto per ultimo o non viene scelto affatto nella squadra sportiva.

Fonti di informazione
Se necessario, l'insegnante amplierà le proprie osservazioni per includere le opinioni di altre persone che possono fornire informazioni sulla situazione del bambino. Il feedback di altri insegnanti, compagni di classe, personale della mensa, assistenti o genitori può essere utile.

Coraggio contro il bullismo

Il programma di prevenzione Be-Prox della ricercatrice sul bullismo Françoise Alsaker mira a mettere gli insegnanti in condizione di influenzare positivamente le dinamiche di gruppo nella loro classe. Le raccomandazioni più importanti per l'azione in sintesi:

  • Um Mobbing stoppen zu können, muss man es wirklich stoppen wollen. Es ist notwendig, dass sich die Lehrperson mit ihrer eigenen Einstellung zum Thema auseinandersetzt, denn eine klare Meinung ist die Grundlage für klare ­Botschaften.
  • Eine anonyme Schülerumfrage zum Thema Mobbing ist hilfreich, damit sich alle Beteiligten – inklusive Eltern – ein Bild von der Situation machen können. Vorher ist jedoch Sensibilisierungsarbeit nötig, damit alle wissen, wovon die Rede ist.
  • Im Vorfeld dieser Klassengespräche sollten die Schüler Zeit haben, selbst über Mobbing nachzudenken. Überlegungen und Fragen, die dabei aufkommen, können sie in die ­nachfolgende Klassendiskussion einbringen. 
  • Im Klassengespräch können unterschiedliche Fragen als Anregung dienen: Was denken wir über Mobbing? Welche Erfahrungen haben wir damit gemacht? Wie fühlen sich Mobber und Opfer? Kinder machen sich viele Gedanken über Gewalt, Freundschaft oder Gerechtigkeit, werden aber selten aufgefordert, sich zu äussern. Das Ansprechen von Mobbing bietet eine gute Möglichkeit, herauszufinden, wie es den Schülern und der Klasse geht.
  • Stufengerechte Vorlagen für die Schülerumfrage finden sich im Buch «Mutig gegen Mobbing». Wichtig ist, dass den Kindern Anonymität und Vertraulichkeit versichert werden. Die Auswertung der Fragebögen sollte für alle involvierten Lehrpersonen, Kinder und Eltern einsehbar sein. 
  • Idealerweise wird die Umfrage gleich in mehreren Klassen oder an der ganzen Schule durchgeführt. Im Anschluss zur Auswertung können Lehrpersonen gemeinsam ­Thementage oder -stunden durchführen, die Befunde aus der Umfrage aufgreifen. 
  • Reden allein genügt nicht: Gemeinsam erarbeitet die Klasse mit der Lehrperson einen Verhaltensvertrag. Er sollte nicht zu viele, klar formulierte und nachvollziehbare Regeln beinhalten. Der Vertrag wird sichtbar aufgehängt und von allen unterschrieben.
  • Der Vertrag beinhaltet idealerweise Hinweise auf ­angemessenes Reagieren bei Mobbing. Zum Beispiel Vereinbarungen dazu, wie und wann Hilfe zu holen ist, oder eine Regel, die besagt, dass es die Pflicht aller ist, Mobbinghandlungen zu stoppen.
  • Ein Verstoss gegen die Abmachungen zieht Konsequenzen nach sich. Klasse und Lehrperson besprechen im Voraus gemeinsam, welche Massnahmen sinnvoll wären. 
  • Die Konsequenz einer Regelübertretung sollte wenn möglich eine Wiedergutmachung sein. Jedes Kind kann sich im Vorfeld selbst überlegen, was es sich als ­Wiedergutmachung wünscht, wenn ein Klassenmitglied seine Grenzen nicht respektiert. Diese Vorschläge können im Plenum oder mit der Lehrperson besprochen, ­gutgeheissen oder abgelehnt werden. 
  • Regelmässige positive Rückmeldungen und Lob für ­erfreuliches Verhalten sind wichtig, um die Schüler zu ­motivieren, sich weiterhin an den Vertrag zu halten. 
  • Das Ziel ist es, Kinder zu ermutigen, Bescheid zu geben, wenn etwas passiert, das nicht mit den Abmachungen ­übereinstimmt. Hierzu müssen Schüler aber wissen, dass die Lehrperson hinter ihnen steht. Mitverantwortung und ­Zivilcourage sind keine Mutprobe: Kinder müssen Mobber nicht eigenhändig stoppen, aber sie können Hilfe holen.
  • Wichtig ist es, mit den Schülern im Gespräch zu bleiben, um mehr über ihre individuellen Interessen zu erfahren. Dieses Wissen kann hilfreich sein, wenn es darum geht, soziale Themen als Klasse anzugehen.

Gli insegnanti possono trovare tutti i materiali di lavoro per il programma Be-Prox nel libro «Coraggiosi contro il bullismo all'asilo e a scuola» di Françoise Alsaker.

Dieser Artikel gehört zum
Questo articolo fa parte del dossier online sul bullismo Leggi di più su domande come: Come fanno i bambini a diventare autori e perché diventano vittime? E cosa possono fare genitori e insegnanti?
Dieser Text stammt aus dem Juniheft 2020.
Questo testo è tratto dal numero di giugno 2020. È possibile ordinare l'intero numero in copia singola qui.
Wer hatte auch schon mal mit Mobbing zu kämpfen? Wir sammeln Ihre Erlebnisse, gerne auch anonym.
Chi ha mai avuto a che fare con il bullismo? Raccogliamo le vostre esperienze, se volete in forma anonima.
online@fritzundfraenzi.ch

Per saperne di più sul bullismo:

  • Approccio senza colpe: una guida per gli insegnanti
    Il «No Blame Approach» è un metodo efficace per porre fine in modo duraturo al bullismo tra gli alunni. Non attribuisce colpe, anche nei casi più gravi. Un aiuto pratico per gli insegnanti.
  • Come fanno i bambini a diventare vittime o autori di bullismo?
    Françoise Alsaker, pioniera della ricerca sul bullismo in Svizzera, su miti e fatti: Come fanno i bambini a diventare vittime o autori di bullismo? E cosa c'entrano la casa dei genitori, lo status sociale o i ruoli di genere?
  • Molestie in rete
    Il cyberbullismo non è un reato banale, ma può essere perseguito penalmente. Cosa devono fare i genitori se il proprio figlio è vittima di cyberbullismo?
  • «Ti ho preso una corda»
    Esclusione, percosse, cyberbullismo: Anna, 16 anni, lo ha vissuto in prima persona. Consiglia urgentemente alle vittime di rompere il silenzio.
  • Bullismo: tutti contro uno
    Quando i bambini mettono in difficoltà gli altri, spesso non succede nulla finché non si presenta un'emergenza. Tuttavia, la ricerca chiarisce che se si vuole combattere efficacemente il bullismo, bisogna intervenire prima che inizi. L'interazione sociale funziona solo se le persone coinvolte vi lavorano costantemente. Cosa significa questo per scuole, insegnanti e genitori?