Come funziona la costruzione del personaggio

Lo scoutismo è in crisi, secondo quanto riportato ovunque. L'organizzazione sta perdendo membri perché è in contrasto con lo spirito dei tempi: i giovani di oggi preferiscono attività ricreative non vincolanti, gli adulti rifuggono dal volontariato e i bambini immigrati sono comunque estranei al concetto di scoutismo. È un peccato, ma non è un motivo per non mandare i propri figli agli scout. Al contrario. Anche ai miei tempi, alla fine degli anni '80, lo scoutismo non era in linea con lo spirito del tempo.

Scoutismo significa libertà e avventura.

«State visitando un movimento giovanile paramilitare?», hanno detto i miei amici rabbrividendo, «in uniforme?». Ma non ne avevano idea. Mio padre, anch'egli un ex Pfader, lo disse in modo più conciso: «Sempre pronti a mangiare e a combattere. Questo forma il carattere». Ora, i figli dovrebbero sempre diffidare dei genitori che vogliono costruire il loro carattere. Tranne quando delegano questo compito agli scout. E lasciarlo a loro, per così dire. Perché lo scoutismo è sinonimo di libertà e avventura: il rito di iniziazione del battesimo, l'ottenimento del proprio nome scout, la formazione di gruppi, la competizione tra di loro e poi il cantare di nuovo insieme: questo era soprattutto divertimento.

«Un po' più di carattere, avventura e libertà farebbero bene a tutti noi».

E poi c'era la conoscenza pratica: come sopravvivere per qualche giorno nella foresta con un sacco di farina, cucinare su un fuoco all'aperto, comunicare con il codice Morse e usare mappa e bussola. Non mancava la formazione del carattere, soprattutto durante i campi estivi di due settimane: escursioni di due giorni e lotta per superarle, bivacco in un prato, ingestione coraggiosa di cacao diluito con acqua e spalmatura di marmellata di fragole da vasetti giganti su pane morbido affumicato.
E se non è la latrina infestata dalle mosche a formare il carattere, non lo sarà nient'altro. Ma soprattutto, i campi sono alcuni dei miei ricordi preferiti della mia giovinezza - a parte la latrina. E infine, ma non per questo meno importante, i miei genitori devono essere stati felici di avere la libertà di liberarsi di una banda di ragazzi per quindici giorni d'estate. Visto in quest'ottica, lo scoutismo non è affatto in contrasto con lo spirito del tempo, ma è più che mai necessario: un po' più di carattere, avventura e libertà farebbero bene a tutti noi.


Informazioni sull'autore:

Michèle Binswanger è laureata in filosofia, giornalista e autrice. Scrive su temi sociali, è madre di due bambini e vive a Basilea.
Tages-Anzeiger/Mamablog